Cosa sono le terapie avanzate?
Le terapie avanzate sono strumenti di cura innovativi, che contengono materiale genetico o cellule staminali e offrono nuove opportunità per il trattamento di malattie gravi e per le quali i trattamenti convenzionali si sono dimostrati inadeguati1.
Queste terapie, essendo mirate, offrono diversi vantaggi per il paziente, come la possibilità di personalizzare la cura e la minore comparsa di effetti collaterali dati dalla maggiore selettività della molecola all’interno dell’organismo.
Classificazione e caratteristiche dei medicinali per le terapie avanzate
Le terapie avanzate includono2:
Obiettivo e impiego clinico delle terapie avanzate
L’innovazione è un principio imprescindibile per chi si occupa di salute.
Obiettivo della terapia avanzata è il miglioramento della qualità e della durata della vita dei pazienti.4 La prospettiva di avere trattamenti innovativi sempre più ritagliati sul singolo paziente, mediante l’applicazione avanzata dell’ingegneria genetica, cellulare o tissutale, sta aprendo nuovi e importanti scenari terapeutici per i pazienti, per le istituzioni sanitarie e per l’intero mondo scientifico5.
È innegabile la rivoluzione terapeutica dovuta ai farmaci biotecnologici nelle patologie gravi; a partire dall’insulina umana ricombinante, che è stato il primo farmaco biotecnologico a raggiungere milioni di pazienti diabetici. Gli ambiti clinici che, insieme a tanti altri, hanno goduto dei maggiori benefici sono stati la reumatologia, l’oncologia, le malattie rare, l’oncoematologia e l’infettivologia4.
Classificazione e caratteristiche dei medicinali per le terapie avanzate
La principale differenza nell’utilizzo dei farmaci deriva dalla loro diversa natura. Il farmaco tradizionale è in molti casi somministrabile per qualsiasi via (orale, respiratoria, attraverso iniezione, etc.)4. Il farmaco biotecnologico, si utilizza per via parenterale, ossia attraversoiniezioni. Molti possono essere somministrati direttamente al paziente per via sottocutanea (per esempio l’insulina); altri invece per via endovenosa, con una serie di accorgimenti di sicurezza, e ciò deve avvenire in ambiente ospedaliero4.
La biologia molecolare ha permesso di studiare in maniera approfondita i meccanismi molecolari e ha dato la possibilità di individuare quei passaggi anomali alla base della proliferazione e della differenziazione cellulare, delle metastasi e altro. Le biotecnologie hanno reso disponibili farmaci che con la loro azione mirata, possono bloccare, ripristinare o correggere queste anomalie con importanti effetti terapeutici. Il punto di forza delle terapie avanzate è la capacità di riprodurre in maniera estremamente precisa quantità pressoché illimitate di molecole biologiche. Si tratta di anticorpi o proteine umane recettoriali estremamente selettive, in quanto bloccano un’unica molecola e non coinvolgono l’intero organismo, come invece accadeva prima con i farmaci tradizionali. Il farmaco risulta quindi meno aggressivo e più tollerabile di quelli tradizionali e più facile da sopportare da parte del paziente4.
Le terapie avanzate: un successo made in Italy
L’innovazione farmaceutica vede l’Italia in prima linea con il 24% degli studi clinici sulle malattie rare e il 30% con farmaci biologici. Senza dimenticare che sono italiani il primo farmaco a base di cellule staminali approvato nel mondo occidentale, la prima terapia genica frutto di partnership pubblico-privato e la prima terapia cellulare basata sulla modifica genetica del sistema immunitario4.
Nel nostro Paese gli investimenti dell’industria farmaceutica sono aumentati del 15% dal 2013, le domande di brevetto sono cresciute del 54% nel 2015 e sono 324 i prodotti biotecnologici in sviluppo.
La produzione è aumentata negli ultimi cinque anni molto più che in altri settori, posizionando l’Italia al secondo posto in Europa, dopo la Germania. Tutto questo grazie anche alla crescita dell’export della farmaceutica, pari al 57% rispetto al 23% della media dell’industria4. Ma c’è di più. Il settore biotecnologico può essere anche un’interessante opportunità lavorativa per i giovani grazie allo sviluppo di nuove professionalità. L’evoluzione italiana dimostra dinamismo, simbolo dell’interesse e delle competenze che il nostro Paese riversa in questo ambito4.
Le terapie staminali
Le cellule staminali sono cellule primitive, ossia non specializzate, dotate della singolare capacità di trasformarsi nei circa 200 diversi tipi cellulari che formano l’organismo: neuroni, cellule della pelle, cellule muscolari, cellule dell’osso, cellule del fegato e così via. Si tratta quindi di cellule il cui destino non è stato ancora deciso. In altre parole, una cellula staminale è come una cellula bambina che non ha ancora deciso cosa fare da grande6.
Le cellule staminali possono essere ottenute da vari tessuti quali per esempio embrioni, liquido amniotico o villi coriali nella placenta; hanno la capacità di trasformarsi in pressoché qualsiasi tessuto. In alternativa si possono ricavare dal sangue del cordone ombelicale e da tessuti adulti; queste cellule danno però origine solo ad alcuni tipi di tessuti.
Le cellule staminali embrionali sono usate soprattutto nella ricerca sul sistema nervoso centrale, per rigenerare strutture danneggiate da malattie degenerative come il Parkinson, o sul sistema nervoso periferico, per riparare il midollo spinale in caso di lesione irreversibile.7
Le cellule staminali sono usate nella ricerca medica nella speranza di poter un giorno sostituire qualsiasi tessuto od organo malato del corpo, ricreandolo in laboratorio (medicina rigenerativa). Le cellule staminali sono presenti in tutti gli organismi e servono per il differenziamento e la riparazione dei tessuti. Sono anche studiate nella speranza che aiutino a curare diverse malattie e, nel caso dei tumori, sono già usate per la terapia dei tumori del sangue.
I farmaci biologici
Un farmaco biologico viene definito dalla normativa europea “un medicinale che contiene uno o più principi attivi prodotti o derivati da una fonte biologica”8. In senso più ampio, i farmaci biologici includono qualsiasi sostanza prodotta in laboratorio da un organismo vivente.
Con il termine farmaci biologici o biotecnologici si indicano tutti quei farmaci di nuova generazione studiati per agire soltanto su una singola struttura (che può essere una proteina, un recettore o una sequenza di DNA) aumentando l'efficacia della terapia e riducendo, nel contempo, gli effetti indesiderati9.
Sono prodotti a partire da proteine presenti nel nostro organismo che vengono modificate in laboratorio. Alcune di queste sostanze attive possono essere già presenti nell’organismo umano, come l’insulina, l’ormone della crescita e l’eritropoietina9. I medicinali biologici sono molecole più grandi e più complesse rispetto ai medicinali tradizionali. Soltanto gli organismi viventi sono in grado di riprodurre tale complessità3.
I biologici, negli ultimi trent’anni, hanno rivoluzionato il settore della medicina, spalancando le porte della terapia su ampio numero di condizioni patologiche e configurandosi come un modello di ricerca su cui puntare, tanto che, attualmente, circa la metà dei farmaci in via di sviluppo rientra in questa categoria.
L’obiettivo dei farmaci biologici è quello di raggiungere le cellule o le strutture malate, agendo direttamente su queste senza danneggiare le cellule sane9.
Per ottenere tale risultato si è pensato di usare le difese del nostro organismo, gli anticorpi, modificandoli in modo tale da renderli capaci di riconoscere come aggressori le strutture malate (cellule tumorali) o le proteine coinvolte nel processo patologico9. Si parla infatti di 'terapie mirate' che puntano ad inibire o attivare alcuni meccanismi caratteristici, agendo su specifici recettori e modificando il corso della malattia. I farmaci biologici hanno prodotto risultati straordinari nel trattamento del diabete, dell’epatite, dell’anemia, della sclerosi multipla e del cancro, dove hanno dimostrato di poter intervenire alterando i processi che regolano la malattia10.
Lo sviluppo dei medicinali per terapie avanzate in Italia: la sfida del futuro
L’industria farmaceutica vive già nel futuro. Perché è oggi che si sviluppano le terapie che tra dieci anni, dopo un lungo percorso di studi, cureranno chi ne ha bisogno. E perché le sue imprese agiscono su scala globale, recependo in anticipo l’innovazione che nasce ovunque nel mondo. I progressi della medicina infatti non sono il fine, ma il mezzo per migliorare la vita delle persone. Per questo la farmaceutica è un patrimonio per il Paese. Un’industria che investe e innova: oltre a mettere a disposizione terapie sempre più efficaci, crea infatti valore economico, scientifico e occupazionale. Farmaci innovativi e nuove tecnologie consentono di curare meglio e misurare i risultati lungo tutto il percorso assistenziale. E in questo l’Italia è ritenuta un riferimento a livello internazionale11.
È di fondamentale importanza promuovere studi clinici in grado di produrre dati scientificamente validati, ottenuti attraverso standard di ricerca rigorosi, che attualmente sono carenti in diversi ambiti di applicazione di queste terapie. Negli ultimi anni le agenzie regolatorie hanno introdotto strumenti e percorsi mirati ad agevolare il processo di ricerca e sviluppo di farmaci ad alto grado di innovatività ed elevato impatto sulla salute dei pazienti e sui sistemi sanitari. Procedure più snelle ed efficienti possono favorire l’arrivo sul mercato di farmaci dal profilo beneficio/rischio favorevole, evitando un uso diffuso alimentato da ipotesi non sufficientemente verificate5.
Punti chiave
Bibliografia e sitografia
C-ANPROM/IT/CORP/0004