Oltre a una precisa anamnesi e a specifico esame fisico, la diagnosi viene posta attraverso l’esplorazione rettale digitale che dovrebbe essere effettuata in tutti gli uomini che lamentano LUTS(1). Si passa poi alla quantificazione dei sintomi irritativi e/o ostruttivi con specifici questionari.(1) Con l’ecografia addominale è possibile valutare il volume di urina che resta in vescica a causa dell’incompleto svuotamento vescicale.(1) Si effettua anche la misurazione dell'antigene prostatico specifico (PSA) poiché i suoi livelli riflettono il volume della prostata.(1) Per valutare il contributo relativo della prostata e della vescica all’ostruzione può essere effettuata la misurazione del flusso urinario.(1)
Il trattamento dell’iperplasia prostatica benigna può essere di tipo non farmacologico, farmacologico o chirurgico.(1)
In presenza di sintomi lievi senza particolari complicanze né problemi per il paziente, in genere si ricorre alla “vigile attesa” che consiste in modifiche dello stile di vita in grado di minimizzare l’impatto della sintomatologia, il tutto con controlli medici cadenzati.(1)
L’obiettivo della terapia farmacologica è il miglioramento dei LUTS e quindi della qualità di vita dei pazienti.(1) Le diverse terapie mediche hanno anche l’obiettivo di ridurre l’ostruzione uretrale e di trattare l’iperattività vescicale.(1)
La terapia farmacologica si basa sull’utilizzo di farmaci che rilassando la muscolatura liscia della prostata e del collo della vescica favoriscono l’eliminazione dell’urina.(1)
Si possono usare anche i farmaci che inibiscono l’aumento di volume della prostata da cause ormonali.(1)
Spesso entrambi i tipi di farmaci vengono associati in quanto possono agire in sinergia.(1)
Si ricorre alla chirurgia quando le dimensioni della prostata sono particolarmente elevate con interventi poco invasivi (rimozione del tessuto prostatico attraverso l’uretra) o con la rimozione chirurgica della ghiandola.(1)