Il carcinoma della prostata è un tipo di tumore che si sviluppa a carico della prostata, una ghiandola dell’apparato genitale maschile.(1)
Il carcinoma della prostata, a livello mondiale, è la seconda diagnosi di tumore negli uomini e rappresenta il 15% di tutte le diagnosi di cancro.(2) Se la prevalenza negli uomini giovani è tutto sommato bassa (circa il 5% fino a un’età di 30 anni), questa aumenta all’aumentare dell’età per raggiungere valori del 59% negli anziani con più di 79 anni.(2) Il numero dei nuovi casi di tumore della prostata in Italia nel 2020 è stato di 39.317, il 18% di tutti i tumori sviluppati dalla popolazione maschile, ponendosi al primo posto per numero di diagnosi, seguito dai tumori del polmone (13%) e del colon-retto (11,7%).(3) Considerando tutta la popolazione, il tumore della prostata, sempre nel 2020, in Italia è stato la quarta causa di morte (mortalità del 5,9%), preceduto dai tumori polmonari (mortalità del 18%), della mammella (mortalità del 13,4%) e del colon-retto (mortalità del 10,1%).(3)
La diagnosi di carcinoma prostatico si basa essenzialmente sulle seguenti indagini:(2)
Esplorazione rettale: rappresenta il primo approccio obiettivo al paziente con disturbi minzionali riferibili alla prostata. Tale manovra permette l’individuazione dei tumori con volume di almeno 0,2 ml che nella maggior parte dei casi si sviluppano nella zona periferica della ghiandola.(2)
PSA: è un test non specifico per il carcinoma prostatico in quanto il PSA può aumentare anche in altre malattie della prostata (iperplasia prostatica benigna, prostatite, altre condizioni non tumorali).(2) È comunque un esame semplice, innocuo, accettato anche in relazione all’economicità della procedura.(4) I livelli di PSA vanno letti come un parametro continuo e, più sono elevati, maggiori sono le probabilità di carcinoma prostatico.(2)
Agobiopsia: viene eseguita quando la DRE e/o i livelli di PSA o i reperti di imaging fanno sospettare la presenza di un tumore prostatico.(2) Per prostate con volume fino a 30 cm3 si eseguono 8 biopsie, da 10 a 12 o più per le prostate più voluminose.(2)
Istologia e grading: l’esame istologico dei reperti della biopsia consente di porre diagnosi certa di carcinoma prostatico.(2) Il grading è una valutazione del grado di malignità del tumore e viene definito attraverso esame al microscopio di campioni della massa tumorale. Nel caso dell’adenocarcinoma della prostata una modalità di valutazione del grading viene effettuata attraverso un punteggio, lo score di Gleason (Gleason Score).(5)
Imaging nel carcinoma prostatico
Ecografia transrettale: è un esame poco specifico, non sempre in grado di evidenziare la presenza di un carcinoma.(2)
MRI: la risonanza magnetica multiparametrica migliora la diagnosi consentendo l'effettuazione di biopsie prostatiche mirate.(2)
I fattori che possono predisporre all’insorgenza del carcinoma della prostata sono molteplici.
Tra essi sono ritenuti più importanti:
Nella fase iniziale, il carcinoma prostatico è in genere asintomatico. Con il progredire della malattia, i sintomi più frequenti sono urinari:(1)
Altri sintomi legati alla progressione locale del tumore sono: presenza di sangue nelle urine o nello sperma, disfunzione erettile, anemia, dolore osseo associato alle metastasi.(1)
Lo screening oncologico di popolazione o “di massa” prevede il controllo sistematico degli uomini asintomatici; si pone gli obiettivi di ridurre la mortalità associata al carcinoma della prostata grazie all’identificazione precoce della malattia e di mantenere la qualità di vita.(2) Attualmente lo screening rimane ancora uno degli approcci controversi(2) e in genere viene raccomandato solo per i soggetti potenzialmente ad alto rischio.(2)