La Malattia di Gaucher, identificata per la prima volta nel 1882 dal medico francese Philippe Charles Ernest Gaucher, è una patologia genetica rara da accumulo lisosomiale.
La Malattia di Gaucher è causata dalla riduzione o mancata produzione della glucocerobrosidasi, enzima coinvolto nel catabolismo dei glicosfingolipidi in zuccheri (glucosio) e grassi (ceramide) con conseguente accumulo del substrato, la glucosilceramide, nei lisosomi dei macrofagi. I macrofagi ingrossati, chiamati cellule di Gaucher, si concentrano in diversi organi, in particolare nella milza, nel fegato e nel midollo osseo, alterandone le normali funzioni.
La Malattia di Gaucher è trasmessa con meccanismo autosomico recessivo (sia la madre che il padre devono trasmettere una coppia anomala del gene) ed è caratterizzata dalla mutazione di due alleli per il gene della glucocerebrosidasi, localizzato nella regione 1q21 del cromosoma 1. In letteratura sono riportate più di 500 mutazioni, le più comuni sono la N370S che determina generalmente un fenotipo clinico meno severo, pur con una certa variabilità clinica, e la L444P che si associa invece con maggiore frequenza alla presenza di segni e sintomi di tipo neurologico.
La Malattia di Gaucher è una patologia multisistemica estremamente variabile, alcuni pazienti possono manifestare sintomi lievi, altri sviluppare condizioni incompatibili con la vita. Le manifestazioni cliniche più caratteristiche sono:
Ingrossamento della milza (splenomegalia) e del fegato (epatomegalia), dolore addominale;
Lesioni ossee, dolore osseo cronico o crisi ossee, osteonecrosi e deformità scheletriche;
Piastrinopenia, anemia, facilità alle emorragie (epistassi, ematomi);
Nella Malattia di Gaucher tipo I per definizione non emerge nessun sintomo a carico del sistema nervoso centrale. Nel tipo II invece si manifestano strabismo, crisi epilettiche, disfagia, perdita delle competenze motorie acquisite. Nel tipo III l'insorgenza dei sintomi neurologici è più tardiva e varia moltissimo da soggetto a soggetto;
Disturbi gastrici, intestinali, perdita di appetito;
Diminuita capacità di portare ossigeno al sangue, insufficienza respiratoria, ipertensione polmonare;
Sintomi derivanti da cardiomiopatia restrittiva ed alterazioni valvolari;
Riduzione della normale funzionalità;
Pigmentazione alterata, presenza di macchie piatte, tonde, di colore violaceo, specialmente intorno agli occhi;
Senso di affaticamento e mancanza di energia
Numerose evidenze scientifiche riportano che i fenotipi della Malattia di Gaucher rappresentano un continuum da un fenotipo con pochi segni e sintomi ad uno più grave. Tuttavia è possibile distinguere principalmente 3 varianti:
(Cronica - Non neuropatica) - Rappresenta la forma più diffusa e si stima una prevalenza da 1:20.000 a 1:200.000 nella popolazione generale mentre negli Ebrei Ashkenazi fino a 1:450-600. Non coinvolge il Sistema Nervoso Centrale. I sintomi più rilevanti sono anemia, piastrinopenia, leucopenia, splenomegalia e lesioni ossee. Colpisce sia i bambini che gli adulti e l’aspettativa di vita può variare da 6 a 80 anni.
(Acuta - Neuropatica) - L’incidenza è di circa 1:100 000 nati vivi e non sembra prevalere in alcun gruppo etnico; alla rilevante splenomegalia si aggiungono gravi manifestazioni neurologiche (strabismo, spasticità, ipertonia della muscolatura del collo) che progrediscono rapidamente. L’individuo colpito manifesta i primi sintomi nei primi 6 mesi di vita e si aggrava rapidamente, generalmente non supera il secondo anno di vita.
(Sub acuta - Neuropatica) - L’incidenza è di circa 1:100.000 nati vivi ed interessa tutte le popolazioni, anche se un numero relativamente elevato di casi è stato diagnosticato nel nord della Svezia. Il tipo III associa i sintomi del tipo I a disturbi neurologici (in primo luogo lo strabismo) lentamente progressivi. L’esordio può essere sia in età pediatrica che adulta ed i soggetti affetti possono vivere anche fino a sessanta anni.
La diagnosi definitiva della Malattia di Gaucher è basata sul dosaggio dell’attività enzimatica eseguito grazie a prelievo di sangue periferico e valutazione dell’attività della glucocerebrosidasi nei leucociti o su colture di fibroblasti ricavati da biopsia cutanea e successiva analisi molecolare per la ricerca delle mutazioni coinvolte. Inoltre nel caso in cui sia nota l’esistenza di fattori ereditari è possibile eseguire una diagnosi prenatale, attraverso il prelievo del liquido amniotico o dei villi coriali.
Per ogni ulteriore informazione relativa a questa patologia è possibile contattare l’Associazione Italiana Gaucher – AIG Onlus. - www.gaucheritalia.org.
C-ANPROM/IT/FAB/0002