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Fibromi uterini

I fibromi uterini (anche noti come leiomiomi o miomi uterini) rappresentano i tumori ginecologici benigni con maggiore frequenza e prevalenza. Si tratta di una neoplasia benigna che origina dal muscolo uterino, le cui formazioni nodulari possono variare in numero, posizione e dimensioni. I fibromi sono costituiti da una componente muscolare liscia e da una fibroso-connettivale.(1,2)
Sebbene la loro origine rimanga sconosciuta, sembra sussistere una familiarità per questa malattia, nonché una dipendenza dagli stimoli ormonali.(1,2)
I fibromi interessano circa 24 milioni di donne in Europa,(3) più di 3 milioni di donne in Italia,(4) Paese con la più alta prevalenza (17,8%) nella fascia d’età 40-49 anni.(5) L’incidenza di fibromi aumenta con l’età, raggiunge il picco a 50 anni e diminuisce con la menopausa. Nelle donne di origine caucasica, si stima un’incidenza pari al 40% entro i 35 anni e quasi del 70% entro i 50 anni.(6)
Alcuni fattori possono aumentare il rischio di sviluppare fibromi all’utero(1,6):

  • età fertile
  • origine afroamericana
  • prima mestruazione (menarca) precoce
  • nulliparità
  • familiarità e fattori genetici
  • fattori ormonali (per esempio, sindrome dell’ovaio policistico, terapia ormonale sostitutiva nelle donne in post-menopausa)
  • sovrappeso e obesità
  • ipertensione
  • altri fattori correlati a uno stile di vita e a una dieta non equilibrati (per esempio, sedentarietà, stress, consumo elevato di carne rossa, consumo ridotto di frutta e verdura, carenza di vitamina D, consumo di alcol e caffè).

Molto spesso i fibromi sono asintomatici.(1)
Altre volte determinano sintomi, i più frequenti sono:(1,2)

  • emorragie mestruali particolarmente forti, con conseguente rischio di anemia
  • dolori mestruali (dismenorrea) e alla pelvi
  • pesantezza e gonfiore addominali, che possono essere correlati a problematiche intestinali e urinarie (per esempio, aumento della frequenza urinaria diurna e incontinenza urinaria).

Nelle pazienti in età fertile i fibromi possono, inoltre, essere correlati a infertilità o ad aborti ripetuti, in relazione alla loro localizzazione e dimensione.(1,2)

Visita ginecologica ed ecografia, meglio se per via transvaginale, sono in genere sufficienti a raccogliere le informazioni più importanti: sede e numero dei fibromi, dimensioni e caratteristiche. La diagnosi può essere, inoltre, confermata dalla risonanza magnetica.(2,7)
Un esame della pelvi viene poi ripetuto ogni 6 mesi circa per accertare la velocità di crescita del fibroma. Per i fibromi stabili e di piccole dimensioni è sufficiente un controllo annuale.(7)
Le informazioni riportate nella presente scheda non sono esaustive; per ulteriori informazioni sulla patologia rivolgersi al proprio medico. 

 

Riferimenti bibliografici:

  1. Donnez J, Dolmans MM. Uterine fibroid management: from the present to the future. Hum Reprod Update. 2016;22(6):665-686
  2. Conoscenti G et al. Guidelines for diagnosis and treatment of fibromyomatosis. It J Gynaecol Obstet. 2017,29(4):27-57
  3. Rabe T et al. Ulipristal Acetate for Symptomatic Uterine Fibroids and Myoma-Related Hypermenorrhea. J Reproduktionsmed Endokrinol. 2013;10(Special Issue 1):82-101
  4. Di Carlo C et al. La gestione clinica ed economica del fibroma uterino: il punto di vista di un Decision Makers Board. GRHTA. 2016;3(3):159-164
  5. Zimmermann A et al. Prevalence, symptoms and management of uterine fibroids: an international internet-based survey of 21,746 women. BMC Womens Health. 2012;12:6
  6. Pavone D et al. Epidemiology and Risk Factors of Uterine Fibroids. Best Pract Res Clin Obstet Gynaecol. 2018;46:3-11
  7. Mas A et al. Updated approaches for management of uterine fibroids. Int J Womens Health. 2017;9:607-617
C-ANPROM/IT/ENT/0023